L’Impero è caduto ma nonostante siano passati molti anni dalla morte dell’Imperatore, la Galassia è ancora nel caos. Senza i Jedi, il cui ordine non è stato ricostituito dall’ultimo membro rimasto in vita, Luke Skywalker, misteriosamente scomparso nel nulla, il Male trova una letale incarnazione in Snoke, leader supremo del Primo Ordine, un’organizzazione che riunisce truppe e leader lealisti per tornare a dettar legge nell’Universo e in Kylo Ren, fanatico di Darth Vader, adepto del lato Oscuro della Forza. Nuovi e vecchi eroi dovranno unire le forze per contrastare questa nuova minaccia…

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Perché L’Impero Colpisce Ancora è considerato un ottimo film ed il miglior episodio della saga di Guerre Stellari? Perché in esso convivono felicemente suspense, epicità, autoironia, amore, morte, dramma, dialoghi brillanti e l’eccitazione di sapere cosa succederà.
Lawrence Kasdan (forte del suo passato remoto) e J. J. Abrams (forte del suo brillante presente), gli autori della sceneggiatura di Star Wars – Il Risveglio della Forza devono essersi fatti la stessa domanda, giungendo alle stesse conclusioni. Così, aggiornato nella forma e scintillante nei contenuti, Star Wars – Il Risveglio della Forza funziona, funziona eccome.

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La prima buona idea di Star Wars – Il Risveglio della Forza riguarda il contesto. La fine dell’Impero ha dato origine ad una serie infinita di rumor, miti e leggende. In pochi conoscono la vera storia di Luke, Leila e Han e loro stessi, per diversi motivi, hanno deciso di praticare un convinto understatement, sparendo dai riflettori. I nuovi protagonisti quindi ne sanno molto meno degli spettatori. Questo approccio permette ad Abrams di fare terra bruciata dei brutti ricordi legati alla “ormai non più nuova trilogia” per ripartire da zero o, meglio dalle basi: cast, regia, musica, montaggio, fotografia. E dalle Emozioni.

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La struttura narrativa del film è chiaramente ispirata alla trilogia storica e così anche la messa in scena: la tecnologia è imperfetta, le battaglie disordinate, le creature della galassia “artigianali”, gli eroi lo diventano per caso e la curiosità non sta tanto nel come si è arrivati ad una data situazione ma proprio il chiedersi cosa potrebbe accadere in futuro.

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Il secondo plus del film è il casting. Semplicemente perfetto. Tutti i volti nuovi convincono sia tra i buoni che tra i cattivi. La migliore del gruppo è di gran lunga Daisy Ridley/Rey che prende idealmente il posto del giovane Luke, mentre Oscar Isaac/Poe Dameron (che non ha molto spazio, purtroppo) e John Boyega/Finn (il meno convincente, ma comunque valido) rappresentano nella pratica e nello spirito diverse incarnazioni di Han Solo. Qualche perplessità suscita Adam Driver/Kylo Ren sia per questioni legate al suo ruolo che alla sua ambiguità, anche se il suo personaggio è potenzialmente il più affascinante tra i villain proposti della saga (a parte Darth, ovvio). E i vecchi? Il tempo passa per tutti (e soprattutto per la principessa Leila) ma persino il da vent’anni mummificato Harrison Ford stavolta torna ad essere cazzaro e pimpante (quasi) come ai bei tempi. Magari un po’ più saggio, ecco, ma quello è merito degli anni (luce). Tra la sua performance come Vecchio Solo e quella, memorabile ma per i motivi sbagliati, nei panni di Vecchio Indiana, c’è un abisso.

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Star Wars – Il Risveglio della Forza anche alla più superficiale delle analisi, si mostra come completamente speculare rispetto ai film della prima trilogia, oscillando sempre tra Edipo e Shakespeare. Se il perno attorno a cui ruotano tutte le nuove vicende resta sempre la famiglia (alquanto disfunzionale, verrebbe da dire…), dall’altro eventi, intrecci e ruoli sono completamente ribaltati. Dimenticate ciò che avete imparato: stavolta vale per Padawan e spettatori.

Quello che colpisce maggiormente però, a dispetto di ogni altra considerazione tecnica e critica è l’amore assoluto per la saga che traspare da ogni singolo frame. Star Wars – Il Risveglio della Forza è pensato da un innamorato di Guerre Stellari per gli appassionati di Guerre Stellari. Non si tratta però di mero e pigro fanservice, ma di un’attenzione spasmodica alle metriche, allo spirito, alla grammatica della trilogia originale. Paradossalmente J.J. è più lucasiano di Lucas: mentre l’autore originale si è perso tra budget faraonici, creature abominevoli in CG, location asettiche e personaggi spesso bidimensionali, Abrams ha mescolato Forza e Lato Oscuro, instillato dubbi e incertezze nei buoni e follia e furore nei cattivi, spendendo tanto ma bene e recuperando, almeno parzialmente, un briciolo di quello spirito anarchico che aveva conferito alla prima trilogia quel fascino così unico e particolare.

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Il terzo plus del film è il finale, lunghissimo, apertissimo e assolutamente straordinario per inventiva, potenza narrativa e pathos. Roba che vorresti che Episodio VIII uscisse domani e maledici il fatto che questa non sia una serie tv e di non poter praticare bingewatching. Tutti i colpi di scena (che ovviamente non vanno assolutamente spoilerati, due in particolare pesano come macigni) sono efficaci e oculatamente disseminati durante il climax conclusivo. Ottime fondamenta per costruire una fortezza inespugnabile, che dovrà reggere il peso di una mezza dozzina di altre pellicole.

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Che aggiungere? Che Sir John Williams ha sfornato l’ennesima OST da Oscar, che gli effetti speciali “vecchio stile” sono perfettamente adeguati al contesto, che i valori produttivi sono fuori parametro e che, per come si sono messe le cose, l’impostazione “Disneyana” (con sequel e spinoff assortiti) potrebbe davvero valorizzare l’universo starwarsiano, magari ponendo l’accento più sui personaggi e le loro storie che sugli arcaici e pasticciati tecnicismi che avevano reso balbettanti gli Episodi 1-2-3.

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Insomma: a parte l’ovvia assenza della “20th Century Fox Fanfare” di Alfred Newman che era solita introdurre i film, in Star Wars – Il Risveglio della Forza c’è tutto, ma proprio tutto quello che un fan storico potrebbe desiderare ed il film è un perfetto primo capitolo/punto di partenza per un’intera nuova generazione di spettatori. Svecchiato dalle vetuste dinamiche narrative lucasiane, bilanciato, fresco, appassionante e graziato da un casting perfetto, Star Wars – Il Risveglio della Forza è venuto bene, da qualsiasi punto di vista lo si esamini. Non vediamo l’ora di vedere i prossimi capitoli.

E’ vero. E’ tutto vero.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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2 Comments

  1. Aspettavo solo di leggere il tuo punto di vista per poter aspettare serenamente sabato pomeriggio e potermi godere questa meraviglia, grazie Andrea! La recensione mette i brividi…

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